Dislessia e disgrafia: un nuovo approccio terapeutico

Stai cercando maggiori informazioni sulla dislessia e la disgrafia perché tuo figlio ha qualche problema a scuola nella lettura o nella scrittura? Oggi in questo articolo approfondisco il tema in modo che possa esserti utile.

dislessia e disgrafia

La dislessia e la disgrafia sono condizioni ritenute cause di difetto o limitazione nell’apprendimento da parte dei bambini e negli anni ’70 il Prof. Henrique da Cunha ne propone l’inquadramento in una Sindrome da Deficit Posturale (SDP). Da Cunha definisce la SDP come “alterazione dell’equilibrio tonico muscolare, conseguenza di un disturbo del sistema di ricezione e/o integrazione dell’informazione sensitiva e/o propriocettiva”.

Le sue manifestazioni sono molteplici e possono coinvolgere diversi apparati e relative funzionalità, ma i disturbi che ne derivano non coesistono sempre nello stesso individuo.

Nella SDP figurano in particolare dislessia e disgrafia, condizioni che si contraddistinguono per alterazioni funzionali a carico dei muscoli oculari. Questi tendono, difatti, ad essere tra loro de-sincronizzati con una conseguente instabilità visiva responsabile a sua volta (come sostenuto da Alves Orlando da Silva, specialista in oftalmologia a Lisbona) di mancata fluidità nella lettura e/o scrittura.


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Che cosa dicono gli studi del dott. Da Silva sulla dislessia

Il sistema propriocettivo è deputato a garantire, in sinergia con altre aree neuroattive specializzate, stabilità, equilibrio, coordinazione e corretta esecuzione dei movimenti. I tradizionali canali sensoriali costituiti da occhi, bocca, orecchie, piedi e muscoli raccolgono i segnali per inviarli poi al cervello che li rielabora in informazioni posturali e cognitive, ma tali risposte non potranno che essere errate se i dati in ingresso sono incongruenti.

Insorgono così problemi di postura e disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) quali la dislessia che può essere definita come una manifestazione strettamente correlata alla sindrome da deficit posturale (o propriocettiva) e caratterizzata da un’eziopatogenesi multifattoriale.

Alla luce di tali concetti ed acquisizioni, lo specialista in oftalmologia Alves Orlando da Silva elabora e porta all’attenzione dell’intera comunità scientifica un protocollo riabilitativo atto a curare dislessia e disgrafia ritarando e migliorando la propriocezione del paziente, ovvero la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e degli oggetti intorno a sé.

Infatti, pur di mantenere una stabilità visiva, il paziente tende facilmente a spostare la testa adottando posture scorrette che nel tempo possono sfociare in dolorosi disturbi e ciò perché il cervello impone al corpo di assumere una postura atta a correggere l’erronea visione.

Il ruolo dell’optometria in dislessia e disgrafia: tecniche e strumenti di correzione

A fronte di un test dislessia positivo, l’optometrista valuta il bambino dislessico per compensare l’eventuale difetto visivo e sfrutta i risultati degli accertamenti svolti per avere indicazioni precise sulla realizzazione di un occhiale con lenti prismatiche (prismi percettivi attivi) fatte su misura.

L’ausilio finale agisce sui muscoli oculomotori, allineando gli occhi in modo tale che possano lavorare in perfetta sintonia, e non inficia in alcun modo la vista. Induce, più precisamente, un vero e proprio reset propriocettivo caratterizzato dal riallineamento e dalla sincronizzazione dei muscoli oculomotori al fine di restituire al paziente una visione corretta.

La compensazione prismatica rappresenta, però, solo l’inizio di un percorso riabilitativo ben più ampio caratterizzato, in successione, da una ri-programmazione neuro-posturale volte a correggere la frequente ed anomala percezione che il paziente ha di sé stesso e del mondo circostante.

Credo fortemente in questo nuovo approccio terapeutico dai risultati sorprendenti e possibili ulteriori sviluppi. Per questo motivo, mi reco periodicamente a Lisbona per lavorare con il Dott. Da Silva e comprendere al meglio le sue dinamiche terapeutiche e lo stesso viene in visita al mio studio per condividere i protocolli di lavoro.


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Sono optometrista, laureato in Optometria e Scienze-tecniche psicologiche.

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