Occhi e dislessia: l’importanza dell’optometria

RELAZIONE TRA OPTOMETRIA E DISLESSIA

dislessia

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Il ruolo degli aspetti visivi nell’ambito dei disturbi specifici dell’ apprendimento è stato in passato presentato da alcuni come causa primaria dei DSA, da altri come fattore ininfluente ai fini delle attività di letto-scrittura.
Questo articolo ha come scopo quello di definire quale sia il ruolo da attribuire agli aspetti visivi rispetto ai DSA, quale sia quello dell’optometrista rispetto alle altre figure coinvolte con la valutazione del bambino dislessico e quale quello degli strumenti di intervento optometrico rispetto al trattamento di tali disturbi. Vengono presentati inoltre gli ambiti di intervento optometrico, in relazione alla gestione dei pazienti che presentano disturbi dell’apprendimento.

 

INTRODUZIONE

Gli optometristi, nella loro pratica clinica, si possono trovare davanti a un bambino con un disturbo di apprendimento e devono saperlo riconoscere essendo pienamente consapevoli del ruolo giocato, in tali casi, dalla funzione visiva. In questi soggetti è necessario effettuare una valutazione optometrica orientata verso le capacità visive dei DSA ma non si deve dimenticare l’importanza di indirizzare il piccolo paziente verso lo specialista di riferimento.
Gli specialisti delle psicopatologie dell’apprendimento, dal canto loro, nelle valutazioni di tali pazienti, dovrebbero effettuare un’analisi completa delle abilità visuo-percettive e in buona parte dei casi dovrebbero richiedere una completa valutazione visiva funzionale, non trascurando il ruolo del processo visivo anche in fase riabilitativa. In questo modo, nella gran parte dei casi, il bambino si trova a giovare di un percorso riabilitativo integrato che potrebbe ridurre notevolmente le sue difficoltà.

 

Gli argomenti di questo post:

 

I PROBLEMI VISUO PERCETTIVI

Per “problema visuo-percettivo” si intende un deficit nell’acquisizione e/o nell’elaborazione dell’informazione visiva.
I problemi visuo-percettivi e quelli fonologici non dovrebbero essere considerati come contrapposti perché spesso le due condizioni sono presenti in contemporanea nello stesso paziente.
Infatti è stato evidenziato che molti soggetti dislessici presentano deficit di tipo visuo-percettivo.

 

RUOLO DEI FATTORI VISIVI NELLA LETTURA

difficoltà lettura

difficoltà lettura

Il bambino che non supera i test di acuità visiva effettuati negli screening scolastici
presenta solitamente un deficit di tipo miopico ovvero un disturbo nella visione da lontano.
Una difficoltà nella lettura è invece ampiamente correlato con l’ipermetropia ovvero un disturbo che riduce l’acuità visiva nella visione da vicino.
Pur non essendo un fattore primario dello scarso rendimento nelle attività di apprendimento, i problemi visuo-percettivi possono comunque contribuire significativamente alla difficoltà di letto scrittura del bambino a scuola.
La visione assume un ruolo di primo piano nell’ambito delle attività di letto-scrittura, infatti nessuna forma di lettura, a eccezione del Braille, è possibile prescindendo dall’informazione visiva.

 

RUOLO DELL’OPTOMETRISTA NELLA VALUTAZIONE

Nonostante la diagnosi della dislessia venga effettuata dagli specialisti delle psicopatologie dell’apprendimento, quali i logopedisti, l’optometrista che si trovasse a sospettare la presenza di un DSA sarebbe deontologicamente tenuto a riferire il piccolo paziente a uno specialista di riferimento.
Lo specialista delle psicopatologie dell’apprendimento è responsabile della definizione del
percorso riabilitativo più adatto alle necessità del bambino con DSA. Sarà quindi lui/lei a definire quali terapie siano da ritenere prioritarie e a definire la sequenza dei vari interventi riabilitativi.
In questo contesto, l’optometrista può contribuire definendo e effettuando un programma di training visivo.
Il training visivo optometrico non tratta direttamente i disturbi di apprendimento ma si rivolge ai problemi visivi, funzionali e percettivi, che possono ridurre il potenziale d’apprendimento del bambino.
I problemi visuo-percettivi presenti nei DSA peggiorano ulteriormente la già scadente performance del bambino nelle attività di letto-scrittura e l’uso di lenti, prismi, filtri o training visivo optometrico si inquadra nelle strategie di supporto al bambino.
In questo senso, l’intervento optometrico di riabilitazione visiva, pur non avendo l’ambizione di curare la dislessia, viene diffusamente utilizzato nei casi di DSA dando un utile contributo. Questo implica che un bambino con un deficit fonologico riconosciuto e diagnosticato possa ancora trarre grande beneficio dalla valutazione e dal trattamento dei deficit visuo-percettivi.

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AMBITI DI INTERVENTO OPTOMETRICO

difetti visivi

difetti visivi

Di seguito vengono elencate una serie di situazioni nelle quali l’optometrista può intervenire efficacemente allo scopo di eliminare o ridurre le difficoltà visive del bambino:
– Compensare le condizioni refrattive (miopia, ipermetropia o astigmatismo) che possono impedire al bambino di ottenere un’immagine nitida della lavagna e/o del libro.
– Esaminare i problemi visivi funzionali che possono ostacolare una acquisizione efficiente dell’informazione visiva (abilità di controllo della motilità oculare, dell’accomodazione e della visione binoculare).
– Migliorare l’efficienza visiva nell’ambito delle attività che il bambino svolge guardando da vicino (20-50 cm).
– Valutare il livello di sviluppo delle abilità percettive coinvolte nei processi di letto-scrittura.
– Trattare e/o gestire qualsiasi problema, condizione o disfunzione visiva che possa impedire o ostacolare il normale processo di apprendimento.
– Operare affinché i suddetti problemi visivi non interferiscano con le altre modalità di trattamento alle quali è sottoposto il bambino.

 

PROSPETTIVE

In questo ultimo periodo, anche grazie a vari interventi congressuali e a pubblicazioni recenti, l’interesse verso i correlati visivi dei DSA sembra essere cresciuto. È bene che gli optometristi coinvolti nella valutazione e nel trattamento di questi casi lavorino in modo chiaro, intellettualmente onesto e senza lasciare
spazi a fraintendimenti sul loro ruolo o su quello degli aspetti visivi nei DSA.
Sollecitare i soggetti a rischio a effettuare un esame visivo mirato da un operatore specializzato nella valutazione e nel trattamento dei problemi visuo-percettivi collegati all’apprendimento.
Impedire che un bambino con DSA debba rassegnarsi a convivere con una disfunzione visuo-percettiva (e con i disagi e i sintomi che ne conseguono), solo perché il suo problema visivo non è stato indagato, valutato, riconosciuto
e trattato.

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